Adottare un bambino è un atto d'amore e rende genitori tanto quanto averne uno biologico.
In Italia, il primo requisito per iniziare questo percorso prevede che la coppia sia unita in matrimonio, anche se sono possibili alcune eccezioni, se queste consentono il benessere del piccolo.
La burocrazia può certo spaventare, soprattutto nel caso di un'adozione all'estero, la quale prevede anche maggiori costi, ma l'amore e la pazienza permettono di affrontare anche questo.
I passi necessari per richiedere e ottenere un figlio adottivo non sono pochi. Ciò è comprensibile, data la delicatezza della questione. L'obiettivo è garantire al piccolo una famiglia sana e amorevole.
Fare domanda di adozione
La prima cosa da fare è la richiesta al Tribunale dei Minori. Si tratta di una dichiarazione di disponibilità all'adozione, a cui allegare una serie di documenti che attestino le condizioni socioeconomiche della coppia.
Il Tribunale si impegnerà poi a trasferire il tutto ai servizi sociali del territorio entro 15 giorni.
A questo punto, inizierà un'indagine approfondita che riguarderà l'ambito psicologico e sociale dei possibili futuri genitori. La documentazione prodotta sarà quindi sottoposta al giudice entro 4 mesi dalla domanda. La risposta deve giungere entro 2 mesi.
Purtroppo queste tempistiche tendono a dilatarsi, fino a raggiungere i 12 o anche i 24 mesi.
Se, al termine di tutto questo processo, la coppia sarà definita idonea, lo step successivo prevederà l'abbinamento delle famiglie richiedenti con i minori in attesa nelle varie strutture.
Non è il momento dell'adozione vera e propria, perché sono necessari ancora alcuni passaggi fondamentali per ottenere il miglior esito possibile.
Affidamento preadottivo e adozione
Una volta individuato il bambino giusto per la coppia, sarà possibile procedere con l'affidamento preadottivo.
Si tratta di un anno in cui il piccolo vivrà nella nuova casa. Questo periodo può essere prorogato o anche revocato.
Tale scenario è ideale nei casi di adozione a basso rischio, quando cioè il minore è stato abbandonato alla nascita, o comunque nessuno potrebbe reclamare la potestà genitoriale.
Nel caso in cui il bambino avesse una famiglia d'origine, i tempi saranno più ampi, perché questa potrebbe essere coinvolta e l'affidamento preadottivo sarà preceduto da un ulteriore periodo di prova.
Una volta concluse con successo queste fasi, sarà possibile passare all'adozione vera e propria.
Adottare un bambino straniero
La scelta dell'adozione internazionale passa attraverso alcuni enti autorizzati tra i quali scegliere, i quali guideranno gli aspiranti genitori nel loro percorso.
In tale scenario, alla coppia potrebbe essere chiesto se sia disposta a continuare con la procedura anche senza conoscere il bambino. Ciò è infatti a discrezione del Paese di provenienza.
Una volta ottenuta l'autorizzazione all'ingresso e alla residenza in Italia per il minore, il Consolato italiano fornirà il visto di adozione.
Per quanto riguarda i piccoli che scappano dalla guerra, come ad esempio quelli provenienti dall'Ucraina, è possibile avere al massimo un affido temporaneo, che però difficilmente si trasformerà in adozione vera e propria.
Mentre diventare genitori di bambini italiani vede un iter gestito prevalentemente da istituzioni pubbliche, non è così per le adozioni internazionali.
Per tale motivo è bene considerare i costi che la procedura comporta. Si parla di migliaia di euro, anche se la cifra varia molto da Paese a Paese.
In linea di massima, si tratta di spese da un minimo di 12 mila a un massimo di 30 mila euro. A questo è necessario poi aggiungere la cifra necessaria per i voli e per il soggiorno nel luogo in cui il bambino si trova.